Il pioniere del Fezzan – DOMENICO DE DOMINICIS – M.O.V.M.

Biografia

Nacque a Napoli l’8 marzo 1875 da Camillo e Concetta De Stefano. Data la tradizione militare della famiglia, Domenico fu allievo del collegio militare “Nunziatella” nel periodo che va dal 1887 al 1892. Terminato questo percorso frequentò la scuola militare di Modena, terminando gli studi nel febbraio del 1895 con la nomina a sottotenente e la successiva assegnazione all’80° reggimento di fanteria. Promosso tenente nell’agosto del 1898, rimarrà nel suo reparto fino al 1907, quando, su richiesta, fu assegnato al Regio Corpo Truppe Coloniali. Sì imbarcò per l’Eritrea il 6 novembre dello stesso anno da Napoli. Qui fu assegnato alla 4a compagnia del 2° battaglione ascari “Hidalgo”. Tre anni dopo, il 17 febbraio 1910, verrà promosso per anzianità al grado di capitano, prendendo il comando della compagnia. Scoppiata la guerra italo turca, sbarcherà nelle coste libiche al comando della seconda compagnia del V battaglione eritreo, unità che aiutò a formare nei mesi precedenti a Massaua. L’unità venne sciolta nel 1902 secondo il nuovo ordinamento che ridusse il numero di battaglioni indigeni da 6 a 4. La compagnia del De Dominicis fu sorteggiata per comporre l’unità destinata a prendere parte al conflitto, insieme alla 2ª compagnia del 3° battaglione eritreo “Galliano”, dalla 5ª compagnia del 4° battaglione eritreo “Toselli” e dalla 1ª compagnia del 1° battaglione eritreo “Turitto”, per un totale di 1127 uomini, di cui 126 cammellieri.

La guerra italo turca

Giunto a Tripoli il 9 febbraio 1912, il capitano tenne un discorso ai suoi sottoposti, questo fu riportato poi in un articolo del quotidiano “La Stampa”: “Conducetevi qui come nel vostro paese, ora come per il passato. Obbedite sempre ai superiori e spiegate agli arabi di qui che gli italiani sono buoni, che rispettano la religione cristiana e quella musulmana, che non faranno mai offesa alle donne, che sono generosi e giusti!”. Il reparto partecipò pochi giorni dopo, il 22 febbraio per l’esattezza, ad uno scontro a fuoco ad Ovest di Gargaresh, riportando la prima vittoria sul campo. Giunti ad Ain-Zara il 4 marzo, il battaglione fu mandato in ricognizione in direzione di Bir el Turki. Durante l’avanzata l’unità fu presa alla sprovvista sul fianco destro da circa un migliaio di libici. I ribelli tentarono a loro volta di ostacolare qualsiasi tentativo di ritirata verso Ain-Zara, fallendo. Le compagnie eritree, tra cui quella dell’ufficiale partenopeo, dimostrarono una buona fermezza e disciplina, in un combattimento aspro e prolungato nel tempo, si tratta infatti di uno scontro a fuoco che si protrasse per circa 6 ore in un terreno alquanto difficile. Domenico si distinse poi nei combattimenti del 17 aprile a Tagiura e del 8 giugno a Zanzur.

La 2ª compagnia del 5° battaglione ascari eritrei sbarca il 12 giugno nelle acque di Marsa-Busheifa

Per il valore dimostrato in quest’ultima località ottenne la sua prima medaglia d’argento al valor militare. Prese parte il mese successivo ai duri scontri di Zarrugh, riuscendo ad occupare per primo, alla testa delle sue truppe la cittadina di Misurata. Per questo notevole risultato ottenne la sue seconda medaglia d’argento con la seguente motivazione: “Già comportatosi molto lodevolmente al comando della sua compagnia nel combattimento di Kasr Hamed il 16 giugno 1912, la condusse con abilità e valore all’attacco dei trinceramenti nemici presso Misurata, riuscendo a fugare l’avversario e ad inseguirlo fino a giungere per primo, coi suoi ascari, alla conquista delle case esterne di Zarrug. Misurata, 8 luglio 1912.

“Gli ufficiali della 2ª compagnia del battaglione eritreo che prese primo il contatto con il nemico nel contrattacco a Gargaresch: Cap. De Dominicis, Tenente Viola e Tenente Teruzzi”. Fonte: “L’Illustrazione Italiana”

La spedizione Miani nel Fezzan e la battaglia di Maharuga

I mesi successivi li passò, insieme al suo reparto, in Italia, per poi rientrare a Tripoli nel gennaio del 1913. Nei mesi successivi fu deciso di organizzare una spedizione, posta al comando del tenente colonnello Antonio Giuseppe Miani, destinata alla conquista della remota regione del Fezzan ed il V battaglione Eritreo fu scelto per questa impresa, anche perché fu lo stesso De Dominicis ad offrirsi volontario. Il 1° agosto, al bordo dell’Albaro, raggiungerà Sirte, dove si concentrerà la colonna che lascerà la cittadina a luglio. Si marcerà per circa due settimane nel deserto della sirtica, qui le fatiche dell’avanzata furono allietate dal grammofono del capitano partenopeo, cosa che suggerisce una certa passione per la musica da parte dell’ufficiale. Raggiunta Socna il 26 agosto, qui gli italiani sostarono per circa 100 giorni in ordine di ultimare gli ultimi preparativi. De Dominicis ed i suoi uomini provvidero all’ampliamento di numerosi pozzi. La colonna lascerà l’oasi solamente a dicembre, attraversando il Gebel el-Soda e tuffandosi nel Fezzan. Il 10 dicembre gli italiani diedero battaglia ad un piccolo nucleo nemico presso i pozzi di Esc Scèbb. Ancora una volta si distinse la II compagnia, specialmente il suo comandante che riuscì a piombare sul nemico dal fianco mandandolo in rotta. Per questa azione l’ufficiale ottenne la terza medaglia d’argento al valore con la seguente motivazione: “Guidava la sua compagnia con slancio ed arditezza ammirevoli durante un rapidissimo inseguimento durato più di due ore, infliggendo al nemico grande perdite. Montato sul muletto, e, precedendo la compagnia, giungeva primo su una posizione occupata da cavalieri nemici. – Serir Scèbb, 10 dicembre 1913”.

Appena 3 giorni dopo la colonna sconfisse un altro nucleo ribelle presso i pozzi di Eschida. Miani diede battaglia al principale nucleo nemico, capitanato da Mohammed Ben Abdallah, presso le alture di Maharuga, il 24 dicembre 1914. La battaglia fu molto cruenta. De Dominicis, posto alla sinistra con la sua mezza compagnia, aveva l’ordine di difendere il convoglio. Nel bel mezzo della battaglia, minacciato il fianco destro, Miani ordinò alla seconda compagnia di cambiare fronte per scongiurare il peggio. Una compagnia libica e la batteria Marchionni, gravemente minacciate di un accerchiamento, furono così raggiunte dalla compagnia eritrea, che riuscì a fermare il movimento nemico, al costo di gravi perdite. Accolti da una pioggia di proiettili, fu in questo frangente che Domenico fu gravemente ferito da due pallottole che lo raggiunsero all’inguine e all’avambraccio destro.

Copertina de “La Domenica del Corriere” che ritrae l’assalto della compagnia De Dominicis, con quest’ultimo colpito dal fuoco avversario

Il dottor Rellini soccorse, insieme ad alcuni ascari l’ufficiale, che fu portato in barella al sicuro. Purtroppo morì il alle 15:30 del giorno dopo per le ferite riportate. Per il coraggio dimostrato durante la battaglia, fondamentale per la vittoria delle truppe italiane, venne assegnata postuma all’ufficiale la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Guidava con grande slancio ed ardire la sua compagnia all’attacco ed in parte del lungo inseguimento. Richiamato poi su un altro fronte per salvare una sezione di artiglieria minacciata da imminente pericolo di accerchiamento, animosamente affrontava con la sua sola compagnia, allo scoperto, numerosi nemici trincerati a brevissima distanza, salvando i pezzi e fermando l’aggiramento. Cadeva gravemente ferito, morendo il giorno dopo. – Maharuga (Libia), 24 dicembre 1913.”

Il feretro del capitano, coperto dal tricolore, guardato a vista dagli ascari del suo reparto.

Sitografia

Bibliografia

  • Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali dell’esercito italiano e nel personale dell’amministrazione militare, 1895, pag 102.
  • Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali dell’esercito italiano e nel personale dell’amministrazione militare 1898, pag, 567.
  • Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali dell’esercito italiano e nel personale dell’amministrazione militare 1912, pag 151.
  • Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali dell’esercito italiano e nel personale dell’amministrazione militare 1915, pag 1039.
  • Guido Fornari, Gli Italiani nel Sud Libico. Le Colonne Miani 1913-1915, 1940
  • Guido Rellini, Con la spedizione Miani per l’occupazione del Fezzàn, in BSGI, 1927
  • Zaccaria, Massimo. Anch’io per la tua bandiera: il V Battaglione Ascari in missione sul fronte libico (1912). Italia, G. Pozzi, 2012, pag 32.

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