Biografia

Nacque a Napoli il 7 aprile 1869 da Emanuele e Giulia Caruson. Fu allievo del collegio militare “Nunziatella” nel periodo che va dal 1882 al 1885. Terminato questo percorso frequentò la scuola militare militare di Modena, venendo nominato sottotenente, con R. Decreto del 3 agosto 1887, al termine del 2° anno di corso e assegnato al 2° reggimento bersaglieri. Qualche anno dopo, fu promosso tenente con R. Decreto del 19 aprile 1891. Trasferito successivamente all 11° reggimento bersaglieri, partecipò alla campagna d’Africa del 1895-1896. L’ufficiale qui si occupò, insieme agli altri commilitoni, alla costituzione dei reparti indigeni. Tornato in Italia, nell’ambito della sua formazione, venne ammesso alla scuola di guerra, e destinato da quest’ultima nuovamente al 2° bersaglieri. Terminerà il suo percorso di studi nel 1901, ottenendo il diploma d’idoneità dalla scuola di guerra. Tornò quindi al 2° reggimento bersaglieri, anche se la sua permanenza in questo reparto fu davvero breve, dato che fu trasferito temporaneamente al comando del corpo di stato maggiore. Da qui fu assegnato al corpo di stato maggiore della Divisione Ancona ed assegnato nuovamente all’11° bersaglieri, ottenendo al contempo la promozione al grado di capitano. Nel 1908, a seguito del terremoto di Messina, si mosse in aiuto della popolazione civile, sconvolta dalla distruzione immane causata dal cataclisma. Per il comportamento tenuto durante questa evenienza ricevette un encomio solenne, commutato poi in medaglia d’argento al valore nel 1911. L’anno successivo venne promosso al grado di maggiore nell’arma di fanteria con Regio Decreto del 30 giugno 1912. Il 23 novembre dello stesso anno venne trasferito d’autorità al Regio Corpo Truppe Coloniali d’Eritrea, lasciando l’Italia il 28 ottobre dello stesso anno. Arrivato in colonia prese l’incarico capo di stato maggiore R. truppe coloniali dell’Eritrea.

Guerra italo Turca e la Spedizione Miani

Assunse quindi il comando del V battaglione eritreo, unità che al comando del maggiore De Marchi si distinse durante i combattimenti di Bir el Turki e Zanzur. Edoardo, rilevato il collega al comando, si unì alla spedizione Miani per la conquista del Fezzan. Qui si distinse durante i combattimenti di Serir Scèbb, Eschida e Maharuga. In quest’ultimo scontro, molto cruento, Suarez ne fu protagonista. Visto che il fianco sinistro era minacciato da un grosso numero di ribelli, d’iniziativa, decise di attaccare con la Iª compagnia, posta direttamente al suo comando, il nemico. Miani, accortosi del movimento nemico, decise di inviare a supporto di Suarez le altre due compagnie eritree. Dopo uno scontro violentissimo, nonostante la netta inferiorità numerica, gli italiani riuscirono a respingere gli avversari. Nel frattempo, sul fianco destro, la sezione di artiglieria al comando del Tenente Marchionni e una compagnia libica rischiavano di essere accerchiate da preponderanti forze nemiche. Edoardo riuscì a coordinare con successo le truppe eritree, scongiurando il peggio. Di concerto con Miani mandò la 2ª compagnia del capitano De Dominicis a supporto. Proprio in quel frangente il capitano fu gravemente ferito. Al prezzo di pesanti perdite, il battaglione riuscì ad imporsi sul nemico, mandandolo in fuga. Per il valore e lo spirito d’iniziativa dimostrato durante lo scontro Edoardo ricevette la medaglia d’argento al valore con la seguente motivazione: “Per la valorosa e brillante condotta nel comando del 5° battaglione eritreo durante il combattimento di Maharuga (24 dicembre 1913), nel quale, con felice iniziativa, seppe risolvere un primo attacco contro un nemico superiore in forze, respingendolo ed infliggendogli gravi perdite. Richiamato sulla linea di combattimento della colonna principale, prendeva parte all’attacco generale, che decideva della vittoria. Uno dei suoi reparti conquistava la bandiera verde del comandante nemico. Si distinse anche nei combattimenti di Serir Scebb, 10 dicembre, acque di Scebb, 11 dicembre ed Eschida, 13 dicembre 1913”. Il 9 Febbraio 1914, dopo quasi due anni passati in Libia, il V battaglione eritreo del maggiore Suarez lasciò il Fezzan per raggiungere Sirte. Una volta raggiunta la costa prenderà imbarco per l’Eritrea. Il 13 maggio 1915 venne promosso al grado di Tenente Colonnello. Come sappiamo, da lì a pochi giorni l’Italia dichiarò guerra all’impero Austro-Ungarico, perciò la necessità di ufficiali divenne sempre più impellente, soprattutto se si considera il fatto che già dalla campagna dell’11-12 si palesò tale mancanza. Pertanto Suarez tornò in Italia per partecipare al conflitto.

Il corpo ufficiale della spedizione posa dopo la battaglia di Maharuga. L’ufficiale cerchiato in rosso è Edoardo Suarez. Alla sua sinistra vi è Miani ed il tenente Attilio Teruzzi, ferito al braccio destro durante lo scontro

Grande Guerra

A novembre fu promosso al grado di colonnello, uno dei più giovani nel suo ruolo, e destinato al comando del 217° reg. di fanteria, di nuova formazione, facente parte della brigata “Volturno”. L’unità raggiunse il fronte nel febbraio del 1916 dislocandosi nell’area compresa fra Barazzetto, Mereto di Tomba, Nogaredo di Corno e Plasencis (Udine). Ad aprile la brigata venne trasferita in Val Leogra, località raggiunta nel maggio. Qui dimostrò ancora una volta il proprio valore nella difesa del Col Santo e nell’occupazione del monte Pasubio. Gli uomini della brigata aiutorono a mantenere e rafforzare le posizioni italiane nel Vallone di Foxi. Posizioni che furono investite da numerosi contrattacchi austriaci, che però furono respinti. Il 24, dopo aver opposto per giorni una valida resistenza, il reg. del colonnello Suarez fu sostituito 71° reg. di fanteria. L’unità prese posizione quindi sul colle di Xomo, mentre il 3° battaglione prese posizione sullo sperone dei Sogli di Campiglia, agli ordini del comandante del 219° reg. di fanteria. Il 28 maggio la brigata ricevette l’ordine di sostituire la brigata “Verona” in Vallarsa, ma gli attacchi austriaci al colle di Xomo fecero tornare in prima linea il 217°.

Cartolina postale del 217° reggimento di fanteria. Fonte: Ebay

Al reggimento fu assegnato l’arduo compito di contrattaccare dai Sogli di Campiglia verso il pianoro di Maso, per riprendere la prima linea persa il 28 stesso. L’attacco, portato dal 1° battaglione per il vallone dei Corvi ed il 2° per il vallone a sud-est del Sogli di Campiglia, si tramutò in un nulla di fatto. Nonostante alcuni reparti delle prime ondate riuscirono a riprendere le posizioni perdute, il fuoco austriaco costrinse gli italiani a retrocedere alle posizioni iniziali. L’indomani l’attacco fu ripetuto dal 3° battaglione, in concorso con dei reparti delle brigate “Sele” e “Sesia”. Come il giorno prima, nonostante la conquista dell’ambita trincea perduta, i contrattacchi austriaci si fecero così intensi da costringere i reparti italiani ad abbandonare per la terza volta la posizione. Le perdite in questi due giorni furono elevatissime. Il reggimento perse ben 26 ufficiali e 662 tra sottufficiali e truppa. Suarez nel combattimento si distinse particolarmente, guadagnandosi la sua seconda medaglia d’argento al valore con la seguente motivazione: “Per il coraggio dimostrato presso le truppe in prima linea, per lo slancio loro impresso in ripetuti assalti, per la calma serbata, e per le tempestive e sagge disposizioni date in momenti difficili, – Pianoro di Maso (Sogli di Campiglia ), 29 maggio 1916.” Il reggimento rimase in prima linea nei Sogli di Campiglia per quasi tutto il mese di giugno, venendo sostituito il 20 giugno dall’ 80° reg. di fanteria. Il 26 dello stesso mese, il 217° fu destinato ad occupare la Vallarsa, risalendo il Vallo di Foxi. Accolti da un vivo fuoco di fucileria nemico, l’avanzata fu lunga e sanguinosa, le truppe italiane dovettero conquistare tutte le alture nei pressi della vallata, come il Monte Testo, Monte Corno ed il Monte Trappola.

Soldati italiani appostati in Vallarsa. Fonte: mountcity.it

Proprio quest’ultimo fu teatro di sanguinosi scontri tra il 26 ed il 27, dove i difensori furono notevolmente avvantaggiati dalla natura del terreno. Respinti dal fuoco austriaco, gli italiani tentarono nuovamente di avanzare il giorno successivo. Le truppe italiane, composte da due mezze compagnie del 71° e da quattro compagnie del 217°, agli ordini diretti di Suarez, risalirono il Boale Zocchi, passaggio obbligato per raggiungere il M. Testo e M, Corno. Raggiunta la testata del Boale, la mantenne nonostante il pesantissimo fuoco avversario. Un contrattacco nemico però costrinse gli uomini del reggimento a retrocedere. Mentre Edoardo progettava un nuovo contrattacco cadde vittima a causa di un’esplosione causata da una granata. Il colonnello lasciò quindi i suoi uomini, i quali lo rispettavano ed ammiravano particolarmente, infatti era noto all’interno della truppa come l’invincibile. Per il valore dimostrato in questo delicato frangente gli fu conferita postuma la medaglia d’oro al valore, con la seguente motivazione: “Sempre alla testa del suo giovane reggimento di reclute, con slancio ammirevole, con sacrifici eccezionali, riconquistava una importantissima posizione, che teneva saldamente, arrestando l’invasore proprio sull’orlo dell’ultimo baluardo che gli chiudeva lo sbocco nella pianura. Irrompendo, poi, vittoriosamente in Vallarsa, riusciva ad aggrapparsi ed a mantenersi, coi suoi uomini, quasi allo sbocco sul l’altipiano, combattendo ininterrottamente contro il tenace nemico ammassato tra le rocce, finché, proprio quando aveva assolto l’arduo e penoso còmpito, eroicamente cadeva, fulminato dal piombo nemico. Vallone di Foxi, 29 giugno 1916”.

Bibliografia

  • Annuario militare del regno d’Italia. N.p., E. Voghera, 1903, pag. 474.
  • Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali dell’esercito italiano e nel personale dell’amministrazione militare, 1887, 1891, 1892, 1895, 1898, 1902, 1907, 1910, 1911, 1912, 1914, 1915, 1916
  • Guido Fornari, Gli Italiani nel Sud Libico. Le Colonne Miani 1913-1915, 1940
  • Guido Rellini, Con la spedizione Miani per l’occupazione del Fezzàn, in BSGI, 1927
  • Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico, Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929, 8 volumi
  • Zaccaria, Massimo. Anch’io per la tua bandiera: il V Battaglione Ascari in missione sul fronte libico (1912). Italia, G. Pozzi, 2012.

Sitografia

2 pensieri su “Edoardo Suarez e la Battaglia degli Altipiani- M.O.V.M.

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