Biografia

Nacque a Siderno Marina il 24 maggio 1863 da Alessandro Pirzio Biroli e Marianna Beretta. La sua famiglia, di forte tradizione militare, dette all’Italia parecchi ufficiali. Il fratello maggiore di Cesare, Carlo Alberto fuggì di casa a 16 anni per combattere con Garibaldi a Bezzecca mentre il fratello Luigi Nelson combatté durante la guerra italo-turca e la grande guerra. Anche Cesare percorse tutta la sua carriera nel Regio Esercito, nel reparto dei Bersaglieri. Partecipò alla guerra italo-turca e prese parte alle operazioni militari in Libia dal 1911 al 1913. Fu decorato della medaglia d’argento al valore militare, avendo partecipato allo sbarco di Kalithea (Rodi) e ad altre azioni, distinguendosi per capacità e valore. Tornato in patria, soccorse la popolazione abruzzese durante il disastro di Avezzano, ove comandò la sottozona di Tagliacozzo, meritando gli elogi dell’autorità per la prontezza dei soccorsi e per il valido aiuto recato in difficili condizioni.

Battaglia di Gars Bu Hàdi

L’11 febbraio 1915 fu inviato di nuovo in colonia e destinato a Misurata, al comando del 2º battaglione bersaglieri. Fu nominato tenente colonnello dal 31 marzo dello stesso anno. Egli avrebbe dovuto lasciare la Libia e trovarsi a Torino per gli ultimi giorni d’aprile. Ma un ritardo della lettera di nomina trattenne ancora il Pirzio Biroli nella Sirtica, dove fu coinvolto nella fatidica spedizione punitiva del colonnello Miani. Nella località di Gasr Bu Hàdi la colonna italiana fu attaccatta improvvisamente da truppe nemiche. Il 2º battaglione ricevette l’ordine di scortare i pezzi d’artiglieria della Batteria Volontari Italiani e a tale scopo fu dispiegata la III compagnia. Quest’ultima si schierò da prima dietro e poi a destra della batteria ed aprì il fuoco sulle bande che sul fronte a destra tiravano contro la colonna. Quando la batteria d’artiglieria si mosse per portarsi ad est e battere le bande, che cercavano di avvolgere il fianco sinistro, la III compagnia segui l’artiglieria e poi si riappostò riaprendo il fuoco. Poco dopo in seguito al ripiegamento del III battaglione libico, anche le le altre due compagnie del II battaglione venivano chiamate avanti dal loro comandante, Cesare Pirzio Biroli. Tutti gli effettivi del II battaglione si ritrovarono tutti impegnati in combattimento, lasciando la colonna senza nessuna riserva. In questo preciso momento un gran numero di cavalieri della banda Tarhuna si gettò sul convoglio attraversando le posizioni della III compagnia con le bandiere tricolori in mano. Gli italiani non aprirono subito il fuoco credendoli amici. Nonostante questo voltafaccia il battaglione riuscì con un efficace tiro di fucileria a tener lontano il nemico, che aveva ingrossato le proprie file grazie ai disertori delle bande irregolari (l’unica banda che non defezionò fu la Zitten). Si incominciò a palesare una sempre più crescente necessità di munizioni che causò non pochi problemi. Pirzio Biroli decise di mandare il Tenente Aiutante Maggiore Sozzani alla ricerca della colonna munizioni ma purtroppo quest’ultima fu dispersa dalla defezione delle bande Tarhuna e Misurata che l’assaltarono e la distrussero. Nel frattempo Cesare cadde colpito a morte a causa del fittissimo tiro di fucileria avversario. Lasciò la moglie Luisa e le due figlie, Clara ed Olga, che risiedevano a Roma con la suocera Antonietta Santo.


L’eroica morte del colonnello Pirzio Biroli e il sacrificio sublime di cento e cento anime gagliarde, sul deserto della Sirte contro il fuoco dei beduini e degli irregolari insorti
(La Tribuna Illustrata)

Fonti:

  • Corriere della Sera, Gli ufficiali caduti Il tenente colonnello Pirzio Biroli e il maggiore Maussier. Roma, 4 maggio 1915.
  • Antonino Antonini, Relazione sui combattimenti di Gasr Bu Hàdi, 4 maggio 1915.

2 pensieri su “Cesare Pirzio Biroli

Lascia un commento