Giovanni Cantarella, nacque in Campania alla fine del Settecento ed appartiene e da giovanissimo decise di intraprendere la carriera militare. Il 28 aprile 1799, in piena epoca rivoluzionaria (in quell’anno fu proclamata la Repubblica Napoletana), si arruolò volontario nel 27º Reggimento di Fanteria Leggera 1° Floreal (dell’Armata del Reno e del Danubio), entrando così nelle file delle armate francesi che combattevano contro le truppe della seconda coalizione.
Le guerre Napoleoniche
Nei primi anni di servizio partecipò alle campagne in Italia e Germania, seguendo i reparti francesi lungo il Reno e il Danubio. Tra il 1800 e il 1805 fu di stanza in Hannover. Il 23 ottobre del 1805 fu ferito gravemente alla spalla destra nei pressi di Wasburg. Nonostante ciò partecipò il 2 dicembre dello stesso anno alla celebre battaglia di Austerlitz. Nel 1806 prese parte alla fulminea campagna di Prussia, che culminò con le brillanti vittorie di Jena e Auerstädt; l’anno successivo combatté in Polonia, nelle dure battaglie di Eylau e Friedland, preludio al Trattato di Tilsit, meritandosi la promozione al grado di Caporale.
Dal 1808 al 1811 fu trasferito in Spagna, dove combatté una guerra lunga e sanguinosa. Qui Cantarella si distinse e riportò due gravi ferite: alla testa, dovuta ad un colpo di fucile, nella battaglia di Talavera (28 luglio 1809) ed una ferita d’arma da fuoco alla gamba destra durante l’assedio di Cadice (5 marzo 1811). L’esperienza iberica forgiò definitivamente il suo carattere militare, temprandolo alle condizioni più dure della guerra moderna. Per il coraggio dimostrato durante la lunga campagna fu promosso al grado Sergente il 26 novembre del 1811.
Prese parte alla campagna di Germania del 1812–1813, venendo promosso prima a sergente, 26 novembre 1811 e poi ad aiutante sottufficiale il 16 agosto 1812. Per il valore dimostrato nel corso di oltre quattordici anni di servizio continuativo, dall’Italia alla Germania, dalla Prussia alla Spagna, fu insignito il 21 giugno 1813 del titolo di Cavaliere della Legione d’Onore, la massima decorazione militare francese. Qualche mese più tardi, il 28 settembre 1813, fu promosso al grado di sottotenente.
Con la caduta dell’Impero e la Restaurazione, Cantarella rientrò nel Regno delle Due Sicilie, dove il 25 agosto 1814 entrò come sottotenente nel 10º Reggimento di Linea. Proseguì così la sua lunga carriera militare tra le fila dell’esercito del Regno. Il 19 ottobre 1815 fu trasferito al Reggimento Principe Leopoldo. Nel 1823 fu posto alle dipendenze della guarnigione di Napoli e qui vi rimase per 3 anni. Nel gennaio del 1826 fu inviato in Abruzzo al seguito di una commissione miliare e vi rimase fino a settembre quanto fu trasferito al Reggimento di fanteria Principe, rimanendovi fino al 1830. Il 19 giugno di quell’anno fu promosso al grado di Tenente, e servì in tale reggimento per 11 anni. Il 24 settembre 1841 ottenne il grado di capitano e fu trasferito al 10º Reggimento di Linea “Abruzzo”.
In totale, servì il Regno delle Due Sicilie per oltre 34 anni.

La campagna del 1848
Quando, nella primavera del 1848, il Regno rispose all’appello per la guerra d’indipendenza italiana, Cantarella era un ufficiale anziano ma ancora in pieno servizio attivo. Comandava la 2ª Compagnia Cacciatori del 2º battaglione del 10º Reggimento. Sbarcato in Toscana con il corpo napoletano, marciò verso il fronte mantovano unendosi alle truppe toscane e piemontesi.
Si distinse già nei combattimenti di San Silvestro (3-4 maggio 1848), dove mostrò freddezza e abilità tattica sotto il fuoco nemico. Ma fu nella battaglia del 13 maggio 1848, a Montanara, che la sua figura emerse con forza. Schierato sull’ala destra della linea toscano-napoletana, guidò i suoi uomini con disciplina e coraggio contro le colonne austriache che avanzavano in forze da Mantova. Nel vivo della battaglia, scorta una casina tenuta dai tedeschi, che da lì infierivano sulle linee italiane, Cantarella fece muovere una carica alla baionetta, cacciandoli dall’edificio; alcuni, in preda al panico, si lanciarono persino dalle finestre nella precipitosa ritirata. Nonostante l’età avanzata, testimoni contemporanei ricordano la sua energia “straordinaria” e la calma con cui dirigeva i suoi Cacciatori.
Anche durante la battaglia di Montanara del 29 maggio, Cantarella e i suoi uomini si distinsero particolarmente. Nella fase finale della battaglia, travolta la linea, Cantarella posto al comando delle poche truppe rimaste e fu trascinato in salvo dai suoi stessi uomini, che si rifiutarono di abbandonarlo sul campo perchè “più che superiore, (come un) padre lo tenevano”. Questo episodio testimonia il profondo legame che aveva saputo instaurare con i suoi soldati, forgiato da decenni di esperienza sul campo.

Per il comportamento tenuto a Curtatone e Montanara, Cantarella ricevette la Medaglia d’Argento al Valor Militare conferita da Carlo Alberto, un riconoscimento raro per un ufficiale borbonico, segno del rispetto conquistato sul campo di battaglia.
Fonti
- Il Decimo di Linea nella Guerra della Italiana Indipendenza. Relazione di Michelangelo Viglia, Maggiore del Reggimento medesimo, 1848
- Racconto storico della giornata campale pugnata il di 29 maggio 1848 a Montanara e Curtatone in Lombardia dettato da un testimone oculare. Italia, Stamperia Granducale, 1854.
Un pensiero su “La vita Giovanni Cantarella: da Austerlitz a Montanara”