I protagonisti del Risorgimento italiano

Il Risorgimento italiano fu un periodo di grande fermento politico, culturale e militare, durante il quale uomini di diversa provenienza sociale e ideologica contribuirono alla lotta per l’unificazione nazionale. Tra i protagonisti di questa epoca, spiccano figure di spicco come Guglielmo Pepe, Teodoro Lechi, Daniele Manin, Luciano Manara, Rosolino Pilo e Cesare de Laugier.

Guglielmo Pepe (1783-1855)

Generale napoletano, Guglielmo Pepe fu un convinto sostenitore delle idee costituzionali. Partecipò alle guerre napoleoniche e, successivamente, si distinse come comandante della resistenza napoletana contro le truppe austriache nel 1821. Dopo un periodo di esilio, tornò nel 1848 per guidare la difesa di Venezia durante l’assedio austriaco. Pepe rappresentò l’anima rivoluzionaria del Sud Italia, combattendo con determinazione per l’indipendenza e l’unità della penisola.

Teodoro Lechi (1778-1866)

Bresciano di nascita, Teodoro Lechi servì nell’esercito napoleonico e fu un fedele sostenitore delle idee liberali. Dopo aver combattuto nelle campagne napoleoniche, si unì alla causa risorgimentale. Durante i moti del 1848, Lechi divenne un simbolo dell’impegno militare per l’unificazione, incarnando il legame tra il passato napoleonico e la lotta per l’Italia unita.

Daniele Manin (1804-1857)

Patriota e statista veneziano, Daniele Manin fu uno dei leader della Repubblica di San Marco nel 1848-49. Grazie alla sua eloquenza e al suo carisma politico, riuscì a mobilitare la popolazione contro l’Austria, difendendo strenuamente Venezia fino alla resa. Esiliato dopo la caduta della Repubblica, Manin continuò a sostenere la causa italiana dall’estero, morendo in Francia poco prima di vedere l’Italia unita.

“Che rammenti le glorie passate, migliorate dalle libertà presenti. Con questo non intendiamo separarci dai nostri fratelli italiani, ma anzi formeremo uno di que’ centri, che dovranno servire alla fusione successiva e poco a poco di questa Italia in un sol tutto.”

Da un suo discorso pronunciato a piazza San Marco.

Luciano Manara (1825-1849)

Giovane ufficiale lombardo, Luciano Manara rappresenta l’ideale del patriota risorgimentale. Combatté nella prima guerra d’indipendenza e successivamente si unì a Giuseppe Garibaldi durante la difesa della Repubblica Romana nel 1849. Cadde a soli 24 anni durante i combattimenti, diventando un martire della causa nazionale e simbolo del sacrificio giovanile per l’unità d’Italia.

Rosolino Pilo (1820-1860)

Nobile palermitano, Rosolino Pilo fu un fervente patriota e rivoluzionario siciliano. Partecipò ai moti del 1848 e, dopo un periodo di esilio, si unì ai preparativi per la Spedizione dei Mille. Morì nel 1860 in Sicilia mentre guidava bande di insorti contro i Borbone, anticipando lo sbarco di Garibaldi. La sua figura è associata al coraggio e alla dedizione alla causa dell’indipendenza meridionale.

Cesare de Laugier (1789-1871)

Generale di origine toscana, Cesare de Laugier combatté per l’Italia durante le guerre napoleoniche e divenne uno dei principali comandanti della prima guerra d’indipendenza. Le sue doti militari furono fondamentali nella difesa del Regno di Sardegna contro gli Austriaci. Pur legato alla monarchia sabauda, Laugier abbracciò gli ideali risorgimentali, lavorando per una penisola unita sotto una guida comune. Si distinse durante le battaglie di Montanara e Curtatone.

Cesare Rosaroll-Scorza (1809-1849)

Ufficiale Napoletano, figlio del patriota Giuseppe, veterano delle campagne napoleoniche e dei moti del 1820-21, partecipò ad una congiura nel 1833 per uccidere Ferdinando II di Borbone per permettere al Principe di Capua di salire al trono, nella speranza che egli concedesse la costituzione. Il suo piano fu però scoperto e Cesare fu arrestato. Concedutagli la grazia, passò una decina d’anni in prigione. Scoppiati i moti del 1848, fu liberato e si unì ai volontari napoletani che partirono con il Pepe. Combatté con valore a Curtatone, ove fu ferito alla coscia destra. Morì l’anno successivo nella disperata difesa di Venezia, assediata da soverchianti forze austriache.

Luigi Usanza

Luigi Usanza, nato a Brescia nel 1812 circa, partecipò attivamente alle Dieci Giornate del 1849 nelle file patriottiche di Tito Speri, combattendo strenuamente contro gli Austriaci nelle strade cittadine. Esaurite forze e munizioni, fu trovato privo di sensi e gravemente ferito. Fatto prigioniero, venne ricoverato in un ospedale militare dove rischiò la fucilazione. Il medico Gaetano Botti lo curò e nel 1864 certificò le ventidue ferite subite: tra esse, colpi d’arma da fuoco all’addome e al ginocchio, una baionettata e molte sciabolate alla testa e al volto. Considerato moribondo, scampò così all’esecuzione. Sopravvisse ai gravi traumi e visse ancora molti anni, morendo a Brescia nella primavera del 1906, oltre ottantenne. La sua vicenda testimonia la durezza della resistenza bresciana e il sacrificio personale nella lotta per la libertà.

Giovanni Cantarella

Giovanni Cantarella, nacque in Campania alla fine del Settecento, si arruolò nel 1799 nel 27º Reggimento di Fanteria Leggera francese, partecipando alle campagne rivoluzionarie e napoleoniche in Italia, Germania, Prussia e Spagna. Combatté ad Austerlitz, Jena, Eylau, Friedland e Talavera, riportando più ferite e guadagnando la promozione a sergente e poi a sottotenente. Nel 1813 fu insignito della Legione d’Onore. Dopo la Restaurazione rientrò nel Regno delle Due Sicilie, servendo per oltre trent’anni in vari reggimenti, fino al grado di capitano. Nel 1848, anziano ma in servizio attivo, guidò la 2ª Compagnia Cacciatori del 10º Reggimento nella campagna d’indipendenza, distinguendosi a San Silvestro e soprattutto a Curtatone e Montanara, dove guidò personalmente una carica alla baionetta. Amato dai suoi uomini, fu salvato da loro nella ritirata. Per il suo valore ricevette la Medaglia d’Argento al Valor Militare da Carlo Alberto.

Lista in continuo aggiornamento

Illustrazione di copertina di Giuseppe Rava

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