La rivolta di Creta e l’intervento italiano

Nel corso del XIX secolo, la questione di Candia (oggi Heraklion, Creta) rimase un nodo irrisolto nel contesto delle tensioni tra l’Impero Ottomano e la crescente spinta indipendentista della Grecia. L’isola, che aveva una forte identità greca e una storia di legami con la madrepatria, rimase sotto il dominio turco, nonostante numerosi tentativi di ribellione. Queste rivolte, alimentate dalla tirannia ottomana e dall’aspirazione alla libertà, culminarono in episodi drammatici che segnarono la storia dell’isola e l’intervento di potenze internazionali, tra cui l’Italia.

Le Origini della Rivolta di Candia

La rivoluzione ellenica che iniziò nel terzo decennio del XIX secolo e che portò alla creazione del Regno di Grecia non risolse la questione di Creta. L’isola, che era stata storicamente sotto il giogo dell’Impero Ottomano, continuò a essere segnata da tensioni interne e ribellioni, specialmente tra la popolazione di origine greca, cristiana, e la minoranza musulmana, appoggiata dalla Sublime Porta. La più significativa di queste fu quella del 1866-68, che portò alla promulgazione del “regolamento organico” da parte dell’Impero Ottomano, promettendo riforme per placare il malcontento dei cretesi. Tuttavia, come accadde spesso con le promesse turche, la maggior parte di queste riforme non fu mai implementata, provocando un malcontento crescente, in particolar modo all’interno della popolazione cristiana dell’isola, che avrebbe presto alimentato nuovi conflitti.

L’isola di Creta in una Cartina dell’epoca

Nel 1879, la Convenzione di Halepa fu un altro tentativo di risolvere la questione, ma ancora una volta le promesse rimasero inattuate, portando a nuove insurrezioni. Gli anni successivi videro un’escalation di violenze e repressioni, con l’isola che divenne un simbolo di lotta per la libertà contro l’oppressione ottomana. Negli ultimi mesi del 1895 e nel 1896, la situazione a Creta precipitò, con la rivolta che si estese su tutta l’isola.

L’Intervento delle Potenze Europee

La situazione divenne insostenibile nel febbraio del 1897, quando l’intera isola di Creta era in fiamme, segnata da massacri, incendi e saccheggi. Le potenze europee, tra cui Italia, Inghilterra, Francia e Russia, si trovarono costrette a intervenire per proteggere i civili e tentare di ristabilire l’ordine. La Grecia, sotto il regno di Giorgio I, decise di schierarsi con gli insorti cretesi, dichiarando apertamente il proprio sostegno alla causa dell’indipendenza dell’isola.

Re Giorgio, che fino a quel momento aveva mantenuto una posizione di prudente riserbo, dichiarò di appoggiare senza riserve la lotta degli insorti. L’intervento greco divenne immediato: navi greche si diressero verso Creta, dapprima per proteggere i connazionali, ma ben presto anche con l’intento di fornire armi e munizioni ai ribelli. In un passo decisivo, anche il figlio di re Giorgio, il principe Giorgio, si unì alle operazioni, portando una squadriglia di torpediniere e impedendo lo sbarco delle truppe turche sull’isola. Le forze greche sbarcarono sull’isola e dichiararono ufficialmente guerra all’Impero Ottomano.

Il Principe Giorgio ad Atene, in procinto di lasciare la città alla volta dell’isola di Creta, viene acclamato dalla folla

L’Intervento Italiano a Creta

L’Italia, da sempre coinvolta nelle dinamiche mediterranee, si unì all’intervento internazionale a Creta nel 1897, rispondendo alla crescente violenza e alle preoccupazioni per la stabilità dell’area. Le truppe italiane si schierarono al fianco delle forze tedesche, austro-ungariche, britanniche, francesi e russe per proteggere i civili e contribuire a mantenere la pace in un contesto estremamente turbolento. A Candia, i soldati italiani collaborarono con le altre potenze europee per fermare gli scontri e impedire il peggioramento della situazione.

Il blocco navale intorno all’isola impediva alle truppe turche di rinforzare la loro posizione, e le forze internazionali lavorarono a stretto contatto con i ribelli cretesi per cercare di mediare una soluzione pacifica. La violenza tuttavia non cessò immediatamente, e gli scontri continuarono a lungo, nonostante gli sforzi diplomatici delle potenze europee. La presenza italiana, insieme a quella degli altri alleati, fu cruciale per garantire la protezione dei civili e per prevenire una maggiore escalation della violenza.

Il Ruolo dell’Italia nella Solidarietà Internazionale

L’Italia non fu solo una delle potenze a partecipare al conflitto, ma fu anche un punto di riferimento per il movimento di solidarietà internazionale che sosteneva la causa greca e cretese. Durante questo periodo, molte organizzazioni italiane, tra cui quelle socialiste e repubblicane, si mobilitarono per raccogliere fondi e inviare volontari a Creta. Personaggi come Nicola Barbato e Amilcare Cipriani si distinsero per il loro coraggio, giungendo sull’isola per dare il proprio supporto ai ribelli. Barbato, in particolare, divenne un simbolo della solidarietà tra italiani e cretesi, affrontando i pericoli del conflitto in prima linea e partecipando agli scontri contro le forze ottomane.

L’Italia, quindi, non solo partecipò al conflitto come parte di una coalizione internazionale, ma dimostrò anche un forte impegno a favore della causa della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli.

Creta: Dallo Stato Autonomo alla Grecia

L’intervento delle potenze europee, inclusa l’Italia, portò infine alla creazione di uno Stato cretese autonomo, sotto la protezione delle potenze internazionali. Sebbene il conflitto non fosse completamente risolto, il processo che portò all’annessione di Creta alla Grecia nel 1913 era ormai avviato. L’evento segnò un passo fondamentale verso l’unificazione della Grecia, ma anche il consolidamento della posizione dell’Italia come attore rilevante in politica internazionale.

In conclusione, la rivolta di Candia e l’intervento italiano rappresentano un momento cruciale nella storia del Mediterraneo. Esso non solo segna la fine del dominio ottomano su Creta, ma anche l’inizio di una nuova fase nella politica estera italiana, caratterizzata da un ruolo sempre più attivo nelle dinamiche internazionali. La solidarietà tra i popoli e l’impegno per la libertà, simbolizzati dall’intervento italiano, rimangono uno degli aspetti più significativi di questo capitolo della storia europea.

Lascia un commento