Il BASSOTTO: Ansaldo 105/25 M.43

Nel 1942, la Odero-Terni-Orlando e l’Ansaldo cominciarono lo sviluppo di un nuovo semovente, la cui caratteristica chiave sarebbe dovuta essere l’elevata potenza di fuoco. La OTO propose l’installazione di un 105/23 sullo scafo di un carro armato P26/40, che in quel periodo usciva dalla lunga fase progettuale e si avviava per la produzione in serie.

L’Ansaldo invece, conscia dell’impossibilità di una produzione celere degli scafi P26/40, decise di proporre come scafo quello del semovente M42 già in produzione, con installato il medesimo armamento. Questa scelta alquanto condivisibile, vista la necessità di tale mezzo, consentì all’azienda di presentarne un prototipo, il 28 febbraio 1943, al Centro Studi ed Esperienze della Motorizzazione. Questa mossa consentì inoltre di superare notevolmente la OTO che era rimasta solamente alla fase progettuale. Le prove ebbero esito positivo, l’esercito richiese solamente di rafforzare lo scafo e l’adozione di cannone da 105/25 invece di un 105/23. Fu ufficialmente ordinato in 878 esemplari e denominato Semovente M43 da 105/25. Purtroppo, sopraggiunto l’8 settembre, nonostante l’ingente ordine, ne furono completati solamente 12. Questi mezzi furono utilizzati nel 1943 dalla 135ª Divisione corazzata “Ariete II”, che si scontrò con le truppe tedesche nei pressi di Roma nei giorni successivi all’armistizio attuato dal governo italiano, l’8 e il 9 settembre 1943, dando un’ottima prova di sé.

A seguito della resa italiana, i tedeschi, che consideravano i semoventi 105/25 degli ottimi mezzi, li catturarono e ne costruirono ulteriori 91 esemplari, ribattezzati StuG M43 mit 105/25 853(i) utilizzandoli contro le forze anglo-americane. A cavallo del 1944-45, un esemplare fu anche adoperato dal Gruppo Corazzato “Leoncello” della RSI nei pressi di Brescia.

Tecnica

Lo scafo prescelto per alloggiare la postazione della bocca da fuoco da 105 mm era una variante modificata, specie per quanto riguardava la larghezza dello scafo, del carro armato M15/42 e fu infatti in un primo tempo denominata M42L (L = largo) e successivamente Ivt43.

Mentre il motore e la trasmissione erano quelli del normale modello M42 (motore Fiat-SPA 15TB M42 , a 8 cilindri a V, a benzina, della cilindrata di 11 980 cmc e della potenza di 192 CV a 2 400 giri al minuto, con cambio a ingranaggi sempre in presa con cinque marce in avanti e una retromarcia, e trasmissione al gruppo epicicloidale mediante coppa conica), lo scafo, pur conservando le linee generali di quello già in uso per le artiglierie semoventi, si distingueva per la prua a spigolo vivo anziché arrotondata.

Le piastre frontali della casamatta, sempre imbullonate e costituite da una doppia lamiera scudo, erano però leggermente inclinate. Anche le lamiere di copertura della trasmissione, in cui erano ricavati i soliti due portelli per l’ispezione ai freni, erano imbullonate. Per il resto, la sovrastruttura e la prua erano ricavate per saldatura.

Per quanto concerneva il treno di rotolamento, non vi erano differenze: le ruote portanti restavano otto per fiancata, raggruppate in due carrelli indipendenti; la ruota motrice restava quella anteriore ed erano mantenuti i tre rullini reggicingolo. Le sospensioni rimanevano quelle già in uso su tutti i carri medi italiani: balestre semi-ellittiche fissate allo scafo nella parte centrale mediante staffe e bulloni, e collegate alle estremità dei bilancieri dei carrelli mediante manicotti elastici. I cingoli, anch’essi invariati, erano a maglie uniche (86 per cingolo, in acciaio), collegate tra di loro a, mezzo di spina passante ribattuta, cingoli erano protetti superiormente da parasabbia, efficaci anche contro i bazooka.

Fonti:

https://www.aereimilitari.org/forum/topic/11554-semovente-da-10525-su-m43-e-14940/ https://italianiinguerra.com/2018/07/04/il-bassotto-il-semovente-da-105-25/ https://it.wikipedia.org/wiki/Ansaldo_105/25_M.43

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